Oltre all’ aspetto morale, tra le principali paure, c’è poi quella che i privati possano gestire la “risorsa acqua” secondo il loro esclusivo interesse economico tenendo conto, in particolare, del connubio “tipo di utilizzo-prezzo”. Di parere diverso, invece, è il fronte del sì, che in merito all’ annosa situazione dei servizi pubblici che non funzionano come dovrebbero e che mal gestiscono l’importantissimo uso dell’acqua, rendendolo principale fonte di spreco, (stimata oltre il 65%), credono sia giusto affidare la gestione idrica ad imprenditori privati, sicuramente meno propensi agli sprechi in quanto, da questi, non trarrebbero alcun vantaggio economico. Non si sa veramente quale sia l’opinione della maggioranza dei cittadini, che sicuramente considerano l’acqua come bene di primaria importanza ma che ultimamente sono anche molto stufi di sentir parlare di sprechi. Sta di fatto che secondo il “Decreto Ronchi”, approvato a maggioranza, la gestione verrà affidata ai privati, salvo referendum popolare, e che non è ancora ben chiaro se la liberalizzazione avverrà in modo moderato, cioè permetterà di affidare la gestione al migliore offerente, tra soggetti compartecipati e privati, sulla base di gare, controllate dagli enti pubblici per le aziende. Se non venisse attuata questa modalità, la seconda via percorribile sarebbe, invece, quella della liberalizzazione ad ampio raggio. Il dibattito è stato organizzato dal PD locale di Breganze con la collaborazione dei comitati referendari “L’ Acqua non si Vende”