L’intelligenza artificiale (AI) sta entrando ovunque nella vita quotidiana, anche nella sanità. Ormai sono moltissimi ospedali e cliniche mediche che usano strumenti o soluzioni in cui interviene una macchina “pensante”.
Dopo le prime applicazioni in campo cardiologico, con la possiblità di monitorare i pazienti da remoto, significativi passi avanti si stanno ora compiendo in ambito radiologico e presto sarà possibile che dispositivi “intelligenti” compiano azioni robotiche chirurgiche e capiscano le basi biologiche della funzione del cervello. Un’evoluzione, questa, che merita sin da ora un confronto e una riflessione ad ampio raggio, allargata anche e soprattutto all’impatto che essa potrà avere -con l’aggiunta di queste nuove opportunità tencnologiche sul tradizionale rapporto medico-paziente.
I campi dove già si usano le competenze digitali sono molteplici.
Come riporta Wired in un recente articolo, pubblicato il febbraio scorso, l’AI è in grado di svolgere compiti ripetitivi, che non mancano nel settore sanitario.
L’AI può aiutare i medici a diagnosticare i pazienti più rapidamente e ad arrivare ad una comprensione basata sull’80% dei dati sanitari, invisibili ai sistemi attuali perché non strutturati. Ad esempio, in un recente articolo pubblicato su Nature Medicine, gli scienziati hanno affermato di aver costruito un sistema in grado di diagnosticare automaticamente le più comuni patologie infantili, dall’influenza alla meningite, dopo aver elaborato i sintomi del paziente, la storia, i risultati di laboratorio e altri dati clinici.
Processo decisionale – I sistemi di supporto alle decisioni cliniche e altri strumenti basati sull’AI possono aiutare medici e pazienti a dare priorità ai compiti. Alcuni esempi includono Quanum di Quest Diagnostics e VitreosHealth.
Trattamento – Gli strumenti basati sull’intelligenza artificiale sono già in uso a tutti i livelli. Google DeepMind sta riducendo il tempo necessario per pianificare un trattamento radioterapico, mentre IBM Watson sta formulando raccomandazioni di trattamento basate sulle cartelle cliniche dei pazienti in tutto il mondo, anche in Cina, Thailandia e India.
Cura per gli anziani – Stiamo vivendo più a lungo che mai, e la nostra società che invecchia richiede sempre più cure alla fine della vita. Assistenti virtuali alimentati ad intelligenza artificiale e persino i robot sono stati promossi come il futuro, e infatti i robot sono già utilizzati per la cura degli anziani in Giappone.
Ricerca – L’AI può aiutare a scoprire nuovi farmaci e trattamenti, ma può anche essere utilizzata per ricercare le malattie stesse, permettendoci di vaccinarle o di eliminarle. Ad esempio, la start-up canadese Meta utilizza l’AI per analizzare rapidamente i documenti scientifici e per fornire una facile comprensione.
Formazione – Le simulazioni basate sull’AI possono aiutare i chirurghi e gli altri operatori sanitari ad affinare il proprio mestiere senza mettere a rischio i pazienti reali. I modelli di AI sono generalmente più realistici e affidabili, e uno dei vantaggi dell’uso dell’AI per la formazione è che può adattare l’addestramento a ciascun individuo diverso.
Sembra fantascienza, ma è scienza e ci riguarda tutti. Non ci vorrà molto prima che l’Intelligenza Artificiale diventerà una pratica standard.
Qualcuno obietta che porterà una riduzione dei medici e questo è anche vero, ma nello stesso tempo si creeranno nuovi posti di lavoro legati al mondo digitale e comunque l’ultima parola sarà sempre del medico. In un momento di riduzione del personale sanitario -nel Veneto si sta discutendo di reinserire i medici in pensione per fronteggiare la mancanza di personale- anche questi strumenti possono essere integrati per mantenere un buon servizio di prevenzione e cura.
E’ importante, quindi comprendere a che punto è la ricerca scientifica nel campo dell’intelligenza artificiale, quali sono le prospettive e quali sono le possibili conseguenze che potrà avere – a livello sanitario ma anche psichico, etico e legale- l’utilizzo delle cosidette “machine learning” nel campo della salute.
Una preziosa occasione al riguardo viene offerta dall’Accademia Olimpica, che sabato 30 marzo alle 10, nel Palazzo del Monte di Pietà di Vicenza, convoca esperti di primo piano del settore per un incontro aperto al pubblico.
Introdottp dal presidente dell’Accademia, Gaetano Thiene, anche nella sua veste di cardiologo, e moderato dal presidente dela Classe di Scienze e Tecnica, Giuliano Bellieni, l’appuntamento vedrà l’intervento dell’accademico olimpico Gian Pietro Feltrini ( intelligenza artificiale e diagnostica del corpo), dell’urologo Walter Artibani dell’Università di Verona (intelligenza artificiale e terapia invavisa del corpo) e del neuroscienziato Giuseppe Sartori dell’Università di Padova (la lettura della mente e del cervello con la tecniche di intelligenza artificiale applicate alle neuroimmagini) .