“Tutti i cittadini del Veneto hanno diritto a vivere e respirare, senza dover sopportare odori molesti o sostanze dannose, murandosi in casa. Un diritto che deve essere garantito dalle istituzioni, ognuna per la propria parte. A cominciare dalla Regione, che però non sembra particolarmente interessata. Presentato oltre un anno fa, dalla collega Bartelle un Progetto di legge per definire un Piano di azione contro le emissioni odorigene che però non è ancora discusso, è sempre fermo nei cassetti regionali”.
È quanto ha detto la consigliera della lista CpV Cristina Guarda, sottoscrittrice del progetto, a Montebello durante il convegno organizzato dal comitato ‘Il diritto di respirare’.
“I cittadini dell’Ovest Vicentino, in particolare nel distretto della concia, lamentano condizioni di vita insalubri ed insopportabili. Buone le azioni che la provincia di Vicenza sta portando avanti, ma il supporto di una normativa regionale aiuterebbe di molto le amministrazioni e gli enti locali.”
“Il problema è però più ampio: residenti del Basso Padovano e del Veronese, di Rovigo o Venezia e Treviso lamentano le stesse, indecorose condizioni di vita: sostanze diverse ma identici disagi”, ricorda la consigliera che chiama in causa la Giunta Zaia: “Non basta sollecitare le azioni dei singoli Comuni, inermi senza leggi, o del Governo, fermo come per i limiti ai Pfas. Lo scaricabarile è diventato ormai un marchio di fabbrica della Regione.
Perché la maggioranza non vuole discutere il nostro Pdl? È un provvedimento che costringerebbe le imprese a intervenire per abbattere le emissioni di odori e, quindi delle sostanze che li causano, ad essere controllate sulla base di valori tecnici precisi, non solo sulla base della percezione personale dell’odore. Le tecnologie per gli abbattimenti ci sono, innovative e pure sostenibili per le aziende. La politica deve fare la sua parte per garantire il diritto di vivere in un ambiente salutare. È impensabile, invece, che non si faccia niente per una precisa volontà politica”.