Paradossale. Nonostante il meteo prevedeva l’alta marea anche se non c’erano avvisaglie che fosse eccezionale, ieri notte l’onda marina ha raggiunto le sale del piano terra del Consiglio Regionale mentre si stava discutendo la legge di stabilità relativa al Bilancio Regionale 2020.
Sarebbe stato più saggio chiudere Palazzo Ferro Fini, invece il Presidente del Consiglio e i rappresentanti della Lega hanno voluto proseguire ad oltranza creando una serie di disagi aggiuntivi comprese le gravi difficoltà degli addetti ai servizi di trasporto via acqua che hanno dovuto azzardare anche manovre pericolose. Ironia della sorte l’aula consigliare si è allagata due minuti dopo che la maggioranza Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia aveva bocciato gli emendamenti presentati da alcuni partiti per contrastare i cambiamenti climatici.
Di quella “a’ nuttata” il consigliere Andrea Zanoni che ne fa un report
Mentre venivano “bocciati o respinti gli emendamenti atti a contrastare i mutamenti climatici chiedendo finanziamenti per le fonti rinnovabili, per le colonnine elettriche, per la sostituzione degli autobus a gasolio con altri più efficienti e meno inquinanti, per la rottamazione delle inquinantissime stufe, per finanziare i Patti dei Sindaci per l’Energia Sostenibile e il Clima (PAESC), per ridurre l’impatto della plastica, ecc. le acque invadevano tutto il piano terra di palazzo Ferro Fini defluendo come un torrente (il rumore era proprio quello) nelle zone più’ basse come la sala mensa, la Sala del Leone, la sala Giunta, le cucine, la guardiola e purtroppo l’aula consigliare: l’aula dell’assemblea legislativa del Veneto. Andavano sott’acqua tutti gli arredamenti, tappeti, seggiole ed in particolare molti apparecchi elettrici come le prese e i ventilconvettori.
L’amara riflessione di Zanoni, osservando il fuggi-fuggi di politici, impiegati, addetti e funzionari, è “l’ immagine dell’inconsistenza e la nullità politica dell’attuale misera azione amministrativa di questo governo veneto guidato dalle forze di centro-destra Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia.”
“Completa questo quadro deprimente” -continua Zanoni- “l’assenza, ormai abituale, di Zaia durante i lavori del Consiglio (non si è mai visto né ieri né lunedì) perché intento a darsi arie per la sua nuova proposta di legge sulla bandiera del Veneto. Il capoluogo del Veneto annega nelle acque e Zaia che fa? … pensa alla bandiera col leone del Veneto.”
Ora per l’ennesiva volta Zaia chiede aiuto allo Stato per i danni subiti dalla città lagunare di Venezia e si domanda come il MOSE, le famose paratie mobili che dovrebbero limitare l’innalzamento delle “acque alte”, non sia ancora in funzione.
Allora noi ci domandiamo come fa il governatore veneto non chiedersi perchè non funziona il sistema delle dighe mobili visto che è stato a fianco delle precedenti amministrazioni guidate da Galan?
Il MOSE è un fallimento ingegneristico costato al contribuente 7 miliardi di euro e non è detto che possa essere inaugurato nel 2021 visti i gravi problemi non ancora risolti oltre alla corrosione e le parti mancanti ancora da finire come ammettono gli stessi tecnici.
Come ammette Cacciari, il progetto del MOSE è stato voluto da tutti i governi che da trent’anni si sono succeduti, quando sin da subito l’ex sindaco di Venezia cercava con ogni mezzo di denunciare l’inutilità del progetto rispetto ad altri più economici e la riduzione degli investimenti pubblico-privati per la manutenzione dei rii cittadini.
Ancora una volta la fragile città della Serenissima viene colpita dal suo mare e i suoi tesori artistici e architettonici sono messi a rischio non solo dalla natura, ma sopratutto dalle lentezze, dalla corruzione e dal degrado di chi dovrebbe amministrare un bene pubblico.
Di acque alte ne avremo sempre di più, probabilmente.
Le conclusioni della ricerca fatta dal Gruppo Intergovernativo sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite (Ipcc) del 2017 danno un rialzo del livello del mare tra i 90 centimetri e 1 140 centimetri nel 2100. Secondo i ricercatori il livello del mare potrebbe superare i due metri a causa proprio dei mutamenti climatici. Si calcola perciò, secondo queste previsioni, che Rovigo e Portogruaro saranno delle città costiere, mentre tutto il resto finirà sott’acqua.
Venezia esisterà ancora? Forse si per la sua indubbia importanza culturale e storica: sarà forse possibile trovare soluzioni per tenere al città veneta a galla in quanto lo è sempre stata una città “galleggiante”, ma se finchè in nostri governanti fuggono dalle proprie responsabilità girando la testa di fronte ai cambiamenti climatici è difficile che nel futuro ci troveranno soluzioni.
Se dopo trent’anni il MOSE rimane come una nave affondata nella sabbia della laguna, fra qualche anno sarà anche inutile sollevarla dai fondali che sprofonda nella melma dell’incosistenza della politica.
(foto di Andrea Zanoni)