Per la settima volta ritorna l’Epifania della terra ideata da Don Albino Bizzotto seguendo il tragitto dei cantieri dell’autostrada Pedemontana Veneta SPV.
Quest’anno la località prescelto dagli organizzatori è un imbocco della galleria di Vallugana a San Tomio di Malo, una piccola vallata rimasta quasi inalterata nel tempo e ora deturpata da strade camionabili e cantieri edilizi.
E proprio mentre si svolge la celebrazione eucaristica condotta dal fondatore dei Beati Costruttori di Pace assieme al altri 4 sacerdoti, la roggia Roda che scorre poco distante dalla fattoria di via Tirondolo si tinge inaspettamente di bianco.
Ad assistere all’ennesimo sopruso ambientale, causato forse da uno sversamento di materiale da parte di un mezzo edile del vicino cantiere della SPV, oltre 250 persone, tra cui alcuni esponenti politici come i consiglieri regionali Andrea Zanoni, Cristina Guarda, Bertelle e la deputata del gruppo misto Sara Cunial.
La segnalazione dell’inquinamento è partita da alcuni residenti che dopo aver sentito un forte rumore hanno notato lo sversamento nella roggia che gronda l’acqua della vallata verso l’Orolo e poi nel Bacchiglione.
Pronta la reazione degli esponenti politici.
Andrea Zanoni che ha presentato in Regione un’interrogazione per capire le responsabilità denunciando come gravissimo questo episodio, si domanda ” Com’è possibile che un cantiere della Pedemontana funzioni con tanto di movimenti terra e potenti mezzi in azione, durante una festività nazionale come l’Epifania, con camion che scaricano liberamente materiale, rischiando di inquinare le acque dei nostri fiumi?
Anche Cristina Guarda denuncia il fatto in Consiglio regionale chiedendo alla Giunta regionale un monitoraggio costante sulle matrici ambientali e del rispetto delle norme di cantiere, così da tutelare la salute e la sicurezza di lavoratori e cittadini.
“I cittadini ci hanno segnalato una situazione critica che da mesi continuiamo a far presente in Regione: invece di vedere tecnici all’opera arriva solo un infastidito silenzio, come avveniva cinque anni fa ai primi allarmi sui Pfas – spiega Cristina Guarda, consigliera regionale che ha partecipato alla Epifania della Terra, mobilitazione animata dalla rete di associazioni ambientaliste che da anni si batte per ridurre il più possibile gli impatti della Pedemontana veneta – Questi comitati di cittadini chiedono almeno il rispetto della sicurezza sanitaria e lavorative. Cosa al momento non certificabile viste le denunce di questi mesi. Finora abbiamo avuto a livello regionale solo un placido silenzio formale e ufficiose rassicurazioni che, avendo a che fare con la salute dei cittadini, non possono certo bastarci”. Ricorda Cristina Guarda nell’interrogazione a risposta scritta depositata all’ufficio protocollo del Consiglio regionale più di un mese fa, che già a metà ottobre una decina di persone si sono dovute rivolgere al pronto soccorso di Santorso per problemi respiratori imputabili alle polveri dei cantieri, e che in alcuni dei ricoverati si sono riscontrati valori ematici sballati e diverse difficoltà respiratorie tanto da dover ricorrere ad aerosol e cortisonici.” E conclude “La competenza dell’ambiente è regionale e non è ipotizzabile pensare ancora di rimanere in questo clima di omertoso silenzio e sostanziale immobilità sui controlli preventivi che competono ad Arpav.”
L’Epifania della Terra invoca il rispetto verso l’ambiente contro devastazioni e speculazioni che toglie al territorio la speranza di un futuro sostenibile, ribadisce i messaggi universali di pace contro le violenze verso l’uomo e l’ambiente invitando tutti ad essere testimoni di accoglienza, dopo gli errori del presente.
Per il sacerdote di Beati Costruttori della Pace la Terra, vista come soggetto, viene prima di tutte le altre azioni di pace, di guerra, di relazioni buone e cattive. Don Albino Bizzotto si è detto anche preoccupato per eventuali escalation militari in Medio Oriente, dopo il bombardamento americano contro il generale iraniano Soulemani e l’inasprirsi della guerra in Libia.
La terra va dunque difesa come un diritto inalienabile dell’umanità da preservare e da curare da qui la necessità di riflettere in una Epifania di speranza e forse è di buon auspicio la presenza di un airone bianco che allungava il lungo collo posato a terra in un lembo di campagna a poca distanza dalla funzione religiosa.
La costruzione della tunnel che collega Malo a Castelgomberto, sin dal suo inizio è stata oggetto di problemi strutturali che ha anche provocato la morte di un escavatorista di origini messinesi Sebastiano La Ganga, 54 anni avvenuta nel 2016 a causa del distacco di una porzione della volta interna della galleria nel versante di Castelgomberto.
Il cantiere, dopo un periodo di verifiche e test sui materiali di ancoraggio è stato dissequestrato nel novembre scorso dal tribunale di Vicenza. La galleria, lunga 5.810 metri, circa 6 chilometri sta causando disagi ai residenti per le periodiche esplosioni, anche di notte, le polveri e le doline di superficie che rendono insicuro alcuni passaggi in collina.
I disagi per la costruzione dell’opera hanno costretto i residenti a continue denuncie costretti a sopportare la presenza di polveri e rumori assordanti anche notturni.
Il legale del comitato residenti di Vallugana Giorgio Destro ha presentato vari esposti ai tribunali competenti e dopo una istruttoria durata vari giorni ci sono state delle sanzioni, definite dall’avvocato “ridicole” in quanto erano state accertate sia da Arpav che dai vigili urbani maladensi.
Ma grazie alle varie pressioni e alla determinazione dei residenti la sindaco di Malo ha emesso una ordinanza di rispetto di alcune norme di sicurezza per evidenti mancanze del rispetto delle norme cantieristiche da parte del costruttore.
Con queste iniziative si sono ridotte le esplosioni di notte; sono stati installati dei getti d’acqua sui cumuli di materiale roccioso per mitigare le polveri e costruito delle barriere anti rumore, ma i problemi continuano
Una recente perizia dell’ingegnere Pilati descrive l’attuale sistema di avanzamento della galleria come pericoloso sia per gli operai, sia per le persone che passeggiando sopra i terreni sovrastanti possono essere inghiottite da voragini che si possono creare durante i lavori di scavo del tunnel per i cedimenti improvvisi del materiale roccioso.
In conclusione non c’è ancora pace per l’ambiente anche se si continua ad invocare la pace ambientale e nonostante le mobilitazione giovanili per la difesa della terra con i Friday For Future di Greta Thumberg erano proprio loro i grandi assenti allla manifestazione di San Tomio del 6 gennaio. Questione di comunicazione?
(foto di Tziano Rizzato)