Arriva domenica 17 novembre al Centro Stabile di Cultura -ore 18- la forza dirompente del (free) jazz con l’imprevedibile ed ispirata musica del sassofonista Evan Parker e la sperimentazione elettronica del compositore Walter Prati per una serata oltre gli schemi, a libere associazioni.
«Non so esattamente ciò che sto cercando, qualcosa che non è stato ancora suonato. Non so che cosa è. So che lo sentirò nel momento in cui me ne impossesserò, ma anche allora continuerò a cercare»: non ci sono parole migliori di quelle di John Coltrane per definire l’essenza del free jazz, grande protagonista del nuovo appuntamento musicale al CSC di San Vito di Leguzzano
Evan Parker è una figura fondamentale del panorama musicale contemporaneo: un monumento indiscusso, un pioniere, “tra i migliori improvvisatori di tutto il mondo” (Chicago Reader) ed “uno dei più grandi strumentisti viventi della musica” (The Times). Ogni sua esibizione è unica, spontanea e senza fine perché infiniti sono i suoni della musica che possiamo immaginare e le suggestioni da cui possiamo venire toccati.
Forse per questo l’attività di Parker è sconfinata e passa attraverso miriadi di dischi, progetti e concerti disseminati in giro per l’Europa ed il mondo. Parker ha suonato con grandi nomi della musica come Robert Wyatt e gli Spiritualized, con Peter Brötzmann nello storico album Machine Gun, in trio con Alex von Schlippenbach e sullo stesso palco di Michael Nyman, senza contare la sua attività da curatore. A partire dagli anni Ottanta inizia la collaborazione con Walter Prati, compositore votato alla ricerca musicale ed all’interazione tra strumenti tradizionali e musica elettronica.
CHI SONO
EVAN PARKER
Nato a Bristol nel 1944 ha iniziato a suonare il sassofono all’età di 14. Nel 1962 era uno studente di botanica alla Birmingham University, ma un viaggio a New York, dove vide Cecil Taylor nel trio con Jimmy Lyons e Sunny Murray, sconvolse la sua vita: “Ascoltai una musica di una forza e intensità tale da segnare il resto della mia vita. Tornai con le mie ambizioni accademiche a brandelli e il sogno disperato di una vita suonando quel tipo di musica – ‘free jazz’ lo chiamavano allora.” Nel 1966 si trasferì a Londra, diventando assiduo frequentatore della Little Theatre Club, centro della emergente scena free jazz della città, e fu presto invitato dal batterista John Stevens ad aderire alla Spontaneous Music Ensemble, che stava sperimentando nuovi modalità di improvvisazione di gruppo. Il primo album inciso con la Spontaneous Music Ensemble fu Karyobin, del 1968, che vedeva, oltre a Parker e Stevens, altre future figure di rilievo: Derek Bailey, Dave Holland e Kenny Wheeler. Iniziò una collaborazione di lunga data con il chitarrista Bailey, con il quale creò la Music Improvvisation Company e, nel 1970, co-fondò con Tony Oxley l’etichetta Incus Records. Nello
stesso periodo conobbe il bassista Peter Kowald, che lo introdusse nella scena del free jazz tedesco.
Fu così che venne coinvolto da Peter Brötzmann nel suo ottetto, con cui incise un album rimasto nella storia: Machine Gun. Nel 1970 si unì al pianista Alex von Schlippenbach e al percussionista Paul Lovens, un altro trio al limite della mitologia, di cui è ancora membro. Gli anni ’80 e anni ’90 hanno portato Parker a suonare con alcuni dei suoi primi eroi: ha lavorato con Cecil Taylor in piccoli e grandi formazioni, suonato con Rashied Ali, Ornette Coleman, registrato con Paul Bley. Famose le sue collaborazioni con Anthony Braxton, Steve Lacy, George Lewis, Roscoe Mitchell, George Lewis e Wadada Leo Smith.
Ha avuto anche contatti con la musica pop, in particolare con Robert Wyatt, Annette Peacock e David Sylvian. Da sempre attivissimo (appare in oltre 200 registrazioni), ha recentemente creato formazioni in trio, quartetto e settetto con i protagonisti della scena musicale attuale, come Steve Noble, Jonh Edwards o come Alexander Hawkins, Peter Evans e Hamid Drake o Paul Obermayer e Richard Barret. Anche se ha lavorato a lungo in formazioni grandi e piccole, Parker, forte del suo spiccato virtuosismo, ha sconvolto il mondo della musica per il suo solo al soprano, con cui ha trasformato il linguaggio e le tecniche esecutive, incentrando articolarmente la sua esplorazione nella respirazione circolare. La musica che ne risulta è ipnotica, un flusso di suono densamente strutturato, che Parker ha descritto come “l’illusione della polifonia”, tanto che molti trovano difficile credere che un uomo da solo possa creare una tale varietà e complessità musicale.
WALTER PRATI
Compositore ed esecutore, svolge attività di ricerca musicale, da sempre orientata verso l’interazione fra strumenti musicali tradizionali e nuovi strumenti elettronici, frutto dell’applicazione informatica al mondo musicale. Sue composizioni sono presenti in Italia nei cartelloni dei maggiori teatri e rassegne musicali. Dalla fine degli anni ’80 collabora con Evan Parker con il quale mette a punto un progetto di improvvisazione ed elettronica; progetto che porterà in seguito alla formazione del Electroacoustic Ensemble. Significativi poi gli incontri artistici con il chitarrista americano Thurston Moore (componente del gruppo Sonic Youth) e con il cantante inglese Robert Wyatt con i quali ha realizzato progetti discografici e performance live. Ha inciso dischi per BMG Ariola, Ricordi, Pentaflower, ECM, Materiali Sonori, Leo Records, Auditorium.
INFO
I biglietti (12 euro) sono acquistabili al Centro Stabile di Cultura la sera del concerto a partire dalle 17. Evento aperto agli associati, l’entrata è gratuita per gli studenti con la tessera del CSC.
La programmazione completa del Centro Stabile di Cultura è consultabile sul sito www.centrostabile.it e sui canali social.
Per altre informazioni: csc_centrostabile@yahoo.it o 371 375 1142 (attivo durante gli eventi).