In più riprese la Comunità europea ha riconosciuto la centralità della cultura approvando il “Programma Europa Creativa” che stabilisce misure e finanziamenti per un valore pari a quasi 1,5 miliardi di euro, da erogare tra il 2014 e il 2020 per progetti inerenti la cultura e la creatività.
L’Italia è tra le Nazioni del mondo il Paese con il più ricco patrimonio culturale, giunto fino a noi in millenni di storia e di interazioni tra i popoli. Si è creata così una “bellezza” territoriale unica e invidiata. Peccato che questo patrimonio non venga valorizzato come dovrebbe e che, di conseguenza, il suo potere remunerativo sia solo minimamente messo a frutto. Non esiste a tutt’oggi un elenco esaustivo ufficiale dei beni culturali, né è stato mai realizzato un lavoro sistematico di ricognizione, inventariazione e di catalogazione, nonostante la nostra Costituzione sia una delle poche al mondo a prevedere tra i “principi fondamentali” e tra i compiti della Repubblica (art. 9) la tutela del “patrimonio storico e artistico della Nazione” ed una importante sentenza della Corte Costituzionale (151/1986) sancisca “la primarietà del valore estetico-culturale[…] capace di influire profondamente sull’ordine economico e sociale”. A fronte di tale lacuna conoscitiva, una fonte di informazione autorevole in merito è rappresentata dalla lista del patrimonio mondiale elaborata dall’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione la Scienza e la Cultura), dalla quale risulta che l’Italia è il Paese che detiene il maggiore patrimonio culturale del mondo. In tale contesto, l’Italia, sul cui territorio nazionale risiedono 35 siti, presenta un valore addirittura quattro volte e mezzo superiore alla media europea e sette volte maggiore di quella mondiale. Ovviamente nell’effettuare una comparazione a livello internazionale è necessario tenere presente l’estrema variabilità delle superfici dei Paesi considerati. In tal modo, la densità media dei siti culturali in Europa è quantificabile in circa un sito ogni 20.000 kmq. L’Italia presenta, invece, una densità di 1,16 siti ogni 10.000 Kmq, valore più che doppio rispetto alla media europea. Si stima che il sistema produttivo culturale che si occupa prevalentemente della gestione e della tutela del patrimonio, genera circa 80 miliardi di valore aggiunto, pari al 5,7% dell’economia nazionale, e 1,4 milioni di occupati. Solo nel Veneto nel 2013, in piena crisi economica lavorano 38.136 imprese iscritte alla Camera di Commercio, (fonte uniocamere) . La Cultura dunque è un volano economico fondamentale da sviluppare ed incentivare.
“Di questa “grande bellezza” occorre che tutti si prendano cura, ognuno secondo il proprio ruolo e le proprie possibilità.
Per tale motivo il Governo Renzi – con un atto normativo senza precedenti – ha emanato il decreto legge n. 83 del 2014, c.d. “Art Bonus” (poi convertito nella legge n. 106 del 2014), che offre la possibilità ad aziende private e a privati cittadini di effettuare donazioni in favore delle istituzioni titolari di beni culturali pubblici (musei, biblioteche, archivi, aree e parchi archeologici, complessi monumentali etc), godendo di un forte incentivo fiscale: una detrazione, in tre anni, pari al 65% della somma versata. Questa forma di “mecenatismo culturale” privato è finalmente attuabile in modo concreto, e favorirà senz’altro un dialogo, auspicabile e ineludibile, tra il pubblico e il privato per la tutela e la valorizzazione del nostro enorme patrimonio culturale”.
Di questo ed altro si parlerà a BASSANO DEL GRAPPA durante il CONVEGNO, patrocinato dal Comune di Bassano del Brappa e organizzato da ADESSO VICENZA e FONDAZIONE MAURO NORDERA BUSETTO, nell’ambito del ciclio di incontri “ 10 mesi di Governo Renzi nel Paese, Le Azioni, i risultati. Gli obiettivi” a partire dalle 15:00
ART BONUS E MECENATISMO
per la Cultura e i Beni culturali
SABATO 7 FEBBRAIO 2015
MUSEO CIVICO, SALA CHILESOTTI
PIAZZA GARIBALDI 34, BASSANO DEL GRAPPA
