Tutti siamo presunti innocenti fino al terzo grado di giudizio: questa è la prassi democratica che l’Italia si è data nella sua Costituzione. Tuttavia ci sono persone che vengono stritolate dagli inquirenti sia italiani che esteri quando ci sono degi indizi a loro carico. Le assoluzioni, quando giungono, sono tardive rispetto alle lungaggini processuali. Durante il convegno, organizzato a Vicenza nell’aula conferenze della sede degli Industriali lo scorso 29 settembre 2017, si è analizzato questo tema che riguarda la dignità delle persone aldilà delle presunte responsabilità penali. A testimoniare la vita da recluso, assolto in primo grado e riabilitato per non aver commesso i fatti imputati, è Diego Oliveri imputato per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso. Ma all’estero, nei Paesi dove la giustizia vera è un fatto precario in cui la corruzione diventa prevalente, dimostrare la propria innocenza è ancora più difficile. La racconta Fabrizio Padrin, amico di Luigi Sartorio, condannato a vent’anni dai cubani ora nel carcere a Padova per dei fatti mai commessi.