Monte Paschi Siena, 2013. La bufera sulle banche sia abbattendo sopra la credibilità degli istituti di credito italiani; da lì a poco la tempesta finanziaria investirà anche quelle venete. Ancora oggi sono tante le banche, tra cui quelle cooperative che hanno nei loro bilanci difficoltà e perdite colossali a causa dei crediti deteriorati (NPL). Un disastro che ha colpito duramente i sogni di tantissimi risparmiatori che hanno perso gran parte del loro denaro.
La madre delle disgrazie bancarie italiane inizia a Firenze il 6 marzo 2013 in un vicolo stretto dove un dirigente interno della MPS, David Rossi, viene ritrovato schiantato a terra, ormai senza vita. Le prime indagini archiviano il caso come suicidio. L’uomo si è gettato dalla finestra del suo ufficio a terzo piano, dicono i rapporti degli inquirenti. Fine dei discorsi. Eppure sono molte le cose che non quadrano: un orologio SECTOR, che prima non c’è e poi magicamente ricompare, la mancanza di macchie di sangue sulle maniche della camicia – pareva si fosse tagliato il viso prima di fare il gesto estremo- e ancora, una telefonata fatta poco dopo il presunto suicidio inviata dal suo cellulare. Tante stranezze che per la determinazione della moglie di Rossi e la riapertura del caso da parte del PM Andrea Boni vengono, due anni dopo il fatto, rimesse in discussione.
A Vicenza, sabato 25 novembre, dalle 15, nella saletta Lampertico del Cinema Odeon, il giornalista Davide Vecchi, presenterà il suo libro “Il caso David Rossi, il suicidio imperfetto del manager Mps” . Il volume, edito da “Chiare Lettere”racconta la vicenda oscura di un dirigente, a capo dell’Ufficio Comunicazione dell’istituto bancario fiorentino, ora nazionalizzato, che si sarebbe ucciso senza motivi apparenti. Troppe le cose incongruenti, troppi gli errori commessi durante la prima ricostruzione. Chi effettivamente ha voluto la sua morte? Reperti spariti o addirittura distrutti dagli stessi magistrati prima ancora di analizzarli, elementi fondamentali come tabulati e video registrati dalle 12 telecamere mai acquisiti, persone presenti in Mps non convocate né sentite, analisi scientifiche nell’ufficio e nel vicolo dove è stato trovato il cadavere mai compiute. Il Pm Andrea Boni, quando riapre l’inchiesta, usa tutti gli strumenti a sua disposizione per reperire il maggior numero di informazioni possibili. Così dà mandato ai Carabinieri della polizia giudiziaria di individuare e sentire “il personale tutto del servizio 118 al fine di cercare di chiarire se al momento del loro intervento la camicia del Rossi era o meno lacerata, se – prima di girare il corpo – si resero conto se i pantaloni del Rossi fossero sporchi o meno, se ebbero a rendersi conto delle condizioni delle punte e delle suole delle scarpe e circa l’aver visto o meno il cinturino e la cassa dell’orologio del Rossi». Parrebbe quindi che la macchina della Giustizia si fosse rimessa in moto. Ma il 21 aprile 2016 la doccia fredda: Andrea Boni riceve la comunicazione del suo trasferimento, ad appena un anno dal suo arrivo a Siena. Un notevole avanzamento di carriera: il ministero di Giustizia lo nomina procuratore capo di Urbino e lì dovrà prendere servizio a fine giugno. Il fascicolo su David Rossi deve passare di mano. Questo strano, anomalo, suicidio rimane, dunque ancora l’ennesimo mistero italiano, con figure inquitetanti che vogliono far tacere le coscienze dei liberi cittadini e cittadine. L’evento di Vicenza, organizzato da Sabrina Fanton, Emanuela Natoli e Costantino Rover, prevede la lettura di alcuni brani del libro e l’intervento del deputato Emanuele Cozzolino. La serata è a ingresso libero con posti limitati. Viene consigliata la prenotazione inviando email a suicidioimperfetto@gmail.com