
Nella foto: da sx: Francesca Bressan presidente Club UNESCO, Matteo Celebron, assessore alle Attività sportive, Anna Verde, coordinatrice del corso, Ornella Zaramella consigliera Club UNESCO
La consegna degli attestati di martedì 16 aprile 2019, al Polo Giovani di Vicenza conclude il secondo ciclo di educazione sessuale promosso dal Club UNESCO di Vicenza, coordinato dalla professoressa Anna Verde, con il patrocinio del Comune di Vicenza e dell’Ordine Nazionale dei Biologi.
Il progetto tende a colmare un vuoto formativo che è la consapevolezza della relazione intima e responsabile tra individui.
Il diritto alla educazione sessuale è stato sottolineato nel 2009 dall’UNESCO con la Guida sull’educazione sessuale “International Technical Guidance on Sexuality Education”.
Nel 2018, Audrey Azoulay, Direttore Generale dell’UNESCO presenta la nuova guida sull’educazione sessuale sottolineando che se la comunità internazionale non risponderà ai bisogni educativi degli adolescenti sulla sessualità, difficilmente si raggiungeranno gli obiettivi di uno sviluppo sostenibile indicati nell’Agenda delle Nazioni Unite 2030.
Al corso, iniziato nel novembre scorso per 7 incontri serali, hanno partecipato spontaneamente 13 giovanissimi di età compresa dai 15 ai 17 anni, provenienti da associazioni sportive, sociali e da alcune scuole superiori.
I giovani, incontrando psicologi e medici sessuologi e coadiuvati da alcuni ragazzi e ragazzi più grandi con il compito di essere “facilitatori” tra il mondo giovanile e quello adulto, hanno potuto esprimere liberamente le loro perplessità, i dubbi e le incertezze che vivono quotidianamente verso la sessualità.
Gli incontri con gli esperti hanno toccato vari argomenti specifici della sfera sessuale, come la contraccezione, l’aborto, le malattie trasmissibili, le violenze di genere, attraverso confronti semplici e immediati a cui i giovanissimi si sono sentiti a loro agio, attraverso il coinvolgimento diretto.
Un mondo aperto che “ha formato un gruppo stimolante, coinvolgente, attivo e propositivo durante i 5 mesi di incontri quindicinali discutendo in modo democratico le tematiche legate alla sessualità” ci dice la coordinatrice del progetto Anna Verde a cui abbiamo chiesto:
D: Come hanno risposto i giovani che hanno partecipato al corso?
“ si è creato un gruppo democratico e interessato, convinto di ricevere una grande occasione di crescita, consapevole di costruire un percorso di vita, dove loro erano veramente i protagonisti, in quanto ognuno era libero di porre domande individuali sui problemi sessuali, consapevoli che l’esperto avrebbe rispettato il tema della domanda con una adeguata risposta diretta. Emerge dalle loro parole che l’ educazione alla sessualità, quando è condivisa, porta al raggiungimento della felicità tra le persone”
D: I temi che più hanno coinvolti i ragazzi e ragazze sono quelli legati alla prevenzione o alla violenza sia psicologica che sessuale?
“Quello che è emerso dagli incontri è soprattutto la sorpresa dei partecipanti nel condividere le esperienze personali di cui a scuola non ne se parla in maniera assoluta. Emerge un bisogno di informazioni e di sostegno della istituzione sanitaria dei consultori”.
D: Come è nato il modello che avete usato per gli incontri e può essere replicato da tutte le Ulss del territorio italiano?
“ E’ un modello che è partito a seguito del Protocollo d’Intesa Scuola-Sanità nel 1989, grazie alla sinergia di due agenzie educative del territorio. Fino all’età di vent’anni, durante l’età evolutiva, il Consultorio sperimentato dalla proposta formativa è diventato un centro di risposta per i giovani che sentono il bisogno di risolvere quesiti intimi. Un modello che dovrebbe essere usato in tutte le Ulss del territorio vicentino e non solo. In Europa esiste un progetto di educazione sessuale nelle scuole, mentre in Italia ancora non viene istituito”.
D: Le discussioni sono state utili per chiarire le idee dei Giovani?
“ ognuno ha detto la sua e quindi ognuno ha imparato ad ascoltare l’altro e potevano esprimersi senza essere giudicati in estrema libertà.”
D: Ci sono stati dei miglioramenti per la percezione sul tema della sessualità giovanile?
“ Alcuni di loro, inizialmente, si vergognavano ad intervenire, mentre con il tempo sono riusciti a sostenere le proprie idee liberamente e questo lo dice il 62% degli intervistati, in aumento rispetto all’edizione precedente che era del 45%. La spontaneità dei giovani che ci fa anche sorridere come la frase di un ragazzo che ha detto: ero un principiante prima e adesso sono diventato anche io un esperto”
D: E’ stato affrontato il tema cruciale delle violenze tra generi?
“ queste domanda così “alta” no, ma è in previsione di affrontare la tematica delle relazioni tra generi nelle sue sfaccettature più complesse e siccome sono tenace sarò soddisfatta quando riuscirò nel mio intento”
D: Cosa si potrebbe fare ancora di più per stimolare il dibattito sulla sessualità che ancora langue in Italia?
“Abbiamo bussato molte porte, ma non tutte si sono aperte. Come insegnante di scuola, ho preso come impegno personale lo sviluppo delle consapevolezze delle relazioni affettive tra i giovani come alto grado di rispetto individuale. Il progetto è nato con l’aiuto di molti esperti, tra psicologi e professionisti nella sanità che volontariamente hanno aderito, ma mancano ancora delle sensibilità politiche che si spera mostreranno nel tempo l’interesse dovuto”
Un rigraziamento doveroso a tutti i tutor che hanno partecipato al corso e ai professionisti che hanno dedicato volontariamente il loro tempo per aiutare i giovanissimi a comprendere responsabilmente che l’amore è condivisione.