La cappa di smog per l’aria stagnante presente nella Pianura Padana è talmente vasta che si vede anche dallo spazio. La foto scattata un giorno fa dalla base orbitante ISS dall’astronauta italiano Paolo Nespoli è inquietante: dal Piemonte al Friuli si osserva una distesa di smog, mista alla nebbia prevalente in Veneto e Emilia Romagna. In anticipo rispetto al periodo invernale classico, l’inquinamento da PM10 torna prepotente in scena. Grazie per questa foto, scrivono nei social ad AstroPaolo, fa riflettere tutti sulla drammatica situazione ambientale. Anche altri follower lo ringraziano per la foto: ”Grazie. La missione Vita e’ anche questo: prendere atto che l’inquinamento, ahime’, anche da lassu’ e’ ben visibile”. C’e’ chi gli consiglia, visto l’inquinamento, di restare in orbita: ”Stai lassu’ che non ti respiri l’aria tossica di Milano….’‘. E chi, addirittura, gli chiede previsioni meteo personalizzate: ”Caro Paolo ti scrivo da Garlasco al centro della pianura padana…io credo sia un misto tra le due cose. Abbiamo bisogno di pioggia. Nubi?”. Infatti lo sforamento dei limiti massimi consentiti è alle stelle dopo che si sono raggiunti i 35 sforamenti annui. E naturalmente non va meglio anche per le polveri più sottili, i cosidetti PM2,5. Nel Veneto è Padova la città più inquinata, ma non va meglio per Treviso, Venezia e Vicenza. L’Italia detiene il triste primato di essere tra i peggiori paesi europei per l’inquinamento atmosferico che fa più morti degli incidenti stradali con 1.500 decessi per milione di abitanti Lo rivela il rapporto “La sfida della qualità dell’aria nelle città italiane” presentato al Senato dalla Fondazione sviluppo sostenibile, ‘think tank’ presieduto dall’ex ministro Edo Ronchi, in collaborazione con Enea e con la partnership delle Ferrovie dello Stato. .La consigliera regionale veneta Cristina Guarda osserva con preoccupazione: “Dai risultati del report di Legambiente sul PM10 emerge ancora una volta una situazione drammatica per il Veneto. Ma al di là dei dati sul superamento dei limiti di accettabilità ciò che lascia allibiti è la costante assenza di interventi tempestivi ed efficaci da parte della Regione”. La risposta della giunta regionale veneta a nome di Gianpaolo Bottacin, assessore regionale all’ambiente, spiega che nel pacchetto antismog Palazzo Balbi mette “un recente bando regionale con incentivi alla rottamazione di veicoli inquinanti oltre ad altri fondi per sostenere i comuni per la cartellonistica alla cittadinanza. Nel nostro Piano di risanamento ci sono decine di nuovi treni un centinaio di nuovi bus e 170 in arrivo oltre ai finanziamenti per l’efficientamento energetico degli edifici pubblici”. Ma Legambiente denuncia che è proprio il Veneto, accanto al Piemonte, avrebbe dovuto adottare misure ad hoc attraverso le delibere stagionali, anche alla luce del piano antismog, firmato dal ministero dell’ambiente con Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto a fine giugno. E invece ci ritroviamo con linee guida di contrasto all’inquinamento da PM10 che dovevano essere rinnovate già a partire da fine marzo e che evidentemente sono rimaste nel cassetto, lasciando così i sindaci senza indicazioni”. Secondo Guarda “il fenomeno dello smog nelle nostre città sia ormai epocale e cronico. E malgrado il numero di morti in Italia per inquinamento superi ormai costantemente quota 90 mila, con un contributo pesantissimo proveniente dalla pianura Padana, il governo veneto continua a rimanere immobile. Zaia e i suoi mettono solo rattoppi momentanei ma non si assumono mai la responsabilità di intervenire con azioni di contrasto all’inquinamento massicce e costanti nel tempo”.