
Il progetto “Dimore accoglienti” propone una sperimentazione di un nuovo modello di “cohousing sociale“: una vera e propria coabitazione tra gli anziani e le persone che hanno bisogno di un alloggio: un mutuo aiuto che intende mettere a disposizione da parte degli anziani i propri spazi abitativi in cambio di una condivisione della vita quotidiana.
“Siamo ora nella fase di pubblicizzazione del cohousing e siamo alla ricerca degli alloggi”ha detto il presidente della cooperativa Samarcanda, Lorenzo Sette. “Prevendiamo di partire il prossimo settembre con le coabitazioni, con l’ausipicio che questo possa essere un modello virtuoso ripetibile per spstenere anche i servizi nella risoluzione del problema abitativo”.
Ma per far partire il progetto serve prima uno studio di analisi della condizione di povertà della zona.
Tutti i Comuni partner, Schio, Marano Vicentino, Santorso, San Vito di Leguzzano, Malo e Thiene, e le associazioni presenti alla conferenza stampa hanno ribadito il sostegno al progetto, sottolineando l’utilità di avere prima di tutto una fotografia della povertà dell’Altovicentino per trovare delle risposte condivise e l’importanza dell’approccio innovativo del progetto che consente di fare fronte a solitudini diverse.
Samarcanda ha affermato l’importanza di “costruire uan rete effettiva, in cui ciascuno possa portare un contributo per arricchire il progetto, verso la costruzione di forti sinergie territoriali capaci di prendersi cura delle fragilità.”
Qual’è l’effettiva fotografia del disagio sociale nel vicentino?
L’analisi è stata condotta da Luca Romano, direttore di Local Area Network, che ha presentato durante la conferenza stampa della Cooperativa Samarcanda, lo studio dei bassi redditi veneti e vicentini.
Emerge che la percentuale di famiglie rientranti nella soglia della povertà relativa tra il 2005 e il 2007 in Veneto è crescita dal 3,7 al 6,1%. Nello stesso periodo (2004.2017) le famiglie che non riescono a risparmiare in Veneto passano dal 62,4 al 64,1%. Invece le famiglie che non riescono a far fronte a spese impreviste crescono dal 21,9 al 32,6%. Dall’entrata in vigore del Reddito di Inclusione (REI) nel 2017 fino al 25 febbraio 2019, nei sei Comuni che hanno aderito al progetto, sono state presentate 385 domande di Reddito di Inclusione di cui 242 accolte. A Thiene 71 su 96 (74%) con assegni medi mensili di 272,10 euro. Schio ha accolto 121 domande su 181 richieste per un importo medio di 272,10 euro e per gli altri 4 comuni si hanno dati similari in proporzione al numero di residenti.
Per ottenere il Reddito di Inclusione bisogna avere una soglia di reddito massimo di 6.000 euro e un eventuale patrimonio immobiliare di 20.000 euro.
il Reddito di Cittadinanza, introdotto quest’anno, porta le soglie di ammissione a 9,360 euro e un valore immobiliare di 30.000 euro, ma in questo caso i dati sono ancora parziali, anche se appare una prevalenza di richieste da parte delle donne.
I dati sono ancora parziali per stessa ammissione di Romano che sta già lavorando a “focus group” coinvolgendo tutti gli attori e portatori d’interesse del territorio, tuttavia già emergono le criticità che soffrono una buona percentuale di persone e famiglie rese fragili dai problemi economici e occupazionali.
I nuovi profili di povertà derivati dai conflitti famigliari, dalla mancanza di lavoro anche per gli over 50 che non riescono a trovare nuove occupazioni, con la crescita di donne in difficoltà con minori, spesso a carico, generano vulneribilità diffuse in cui si accentuano la mancanza di legami comunitari creando impreviste situazioni di fragilità personale.
E dai dati emersi vi è ormai un equilibrio tra italiani e stranieri che chiedono aiuto alle istituzioni. A tutto questo si sommano anche i disagi causati dalle disabilità quando queste persone già deboli perdono il sostegno delle famiglie.
“Va sottolineato” afferma Luca Romano, “che l’altovicentino è comunque caratterizzato da un volontariato solidale molto attivo, numeroso e capillarmente ramificato. Ciò che emerge” -continua Romano- ” è la crescita del problema abitativo connesso con le situazioni di indigenza e difficoltà economica. In una prima approssimazione il tema della povertà in un contesto a vulnerabilità diffusa non è contrastabile con la sola erogazione monetaria, ma si presenta come intervento complesso in cui devono convergere una molteplicità di attori”.
Ed ecco che il progetto “Dimore accoglienti prende la sua forma come spiega Lorenzo Sette, presidente della Cooperativa Samarcanda “sostenere l’autonomia delle persone in condizioni di fragilità, attraverso percorsi formativi, professionalizzanti e di inserimento lavorativo, in sinergia con le realtà del territorio, e nell’ottica di un’indipendenza abitativa.
Il tema della casa resta, infatti, uno scoglio difficile da affrontanre anche per chi sarebbe promto a uscire dai percorsi di sostegno”