Sisilla, la cengia delle prealpi vicentine a Campogrosso sopra Recoaro, dove dalla cima lo sguardo spazia verso l’infinito con le visioni dell’Altipiano di Asiago, la pianura verso Thiene e Vicenza, Recoaro Mille, tutto il gruppo del Carega e da dove nei giorni di cielo particolarmente limpido si intravede il blu del mare, diventa per una notte un scintillante schermo cinematografico per la proiezione del film H-Ambient 2.
Sabato 8 luglio dalle 21:30, Alberto Peruffo ritorna sotto la Sisilla, dopo il debutto a Trieste, con un videoconcerto che porta in scena “esplorazione, alpinismo, scienza, arte visiva e musica, tutto assieme dal vivo in un unico contenitore a restituirci un’idea pionieristica, ottocentesca, del salire una montagna (e che montagna! Uno dei giganti della Terra!) e nel contempo estremamente nuova, futuristica dell’alpinismo”. La video-performance è l’elaborazione fotografica ottenuta dalla spedizione alpinistica effettuata ai piedi del lato sconosciuto del gigante Kanchenzonga, in lingua tibetana “Cinque Tesori della Grande Neve”, senza possibilità di contatti con il mondo esterno e di soccorso, dopo aver attraversato un’impenetrabile foresta ed esplorato 3 bacini glaciali, salito 7 colli e 7 cime vergini, prima impresa himalayana italiana a rientrare nella Big List del Piolet d’Or, grazie a una straordinaria squadra di alpinisti e all’abilità artistica del fotografo reatino Enrico Ferri, Peruffo ricompone l’ambiente estremo himalayano con gli ambienti artistici dell’arte comunemente intesa, classica e contemporanea. Musica e arte visiva spariscono dietro a uno strumento “diabolico” (l’AKAI EWI 5000) e a immagini che sembrano quadri di un’esposizione astratta e invece sono radicale natura. Il tutto avviene con estrema semplicità, di fronte a una sfida complessa, per fare emergere il mantra che segna come un filo rosso tutta «l’impressionante qualità» (così Reinhold Messner ancora ai tempi di Intraisass) del suo lavoro: «le montagne sono i luoghi di resistenza del mondo». Assolutamente da non perdere per l’imprevedibilità dell’autore e la coerenza di un percorso ventennale che fa scrivere a Wu Ming nel 2016: «se c’è un lavoro che fa emergere la dimensione di “invisibile ovunque” che ha oggi la guerra, è il lavoro di Alberto Peruffo». E per combattere coloro che alimentano le guerre, per trovare antidoti e anticorpi di civiltà, Alberto prende forza dalle montagne. Montagne di cui tuttavia egli sa riconoscere il limite. Il suono è a cura di Edoardo Egano.