“Sui temi ambientali non ci serve una Regione debole: Zaia difenda con coraggio i cittadini vittime di rischi per la salute e rincari in bolletta”. La nota arriva dai consiglieri regionali Cristina Guarda (AMP) e Andrea Zanoni del PD. “Sulla vicenda Pfas,-sostanze perfluoroalchiliche, da cu si ottengono i rivestimenti dei contenitori per il cibo, il Teflon (dalle note proprietà antiaderenti) o del Gore-Tex, materiale che ha trovato applicazione in numerosi campi. ndr- Zaia continua a seguire una linea contradittoria e a dir poco morbida. Prima la Regione sforna i dati di un dossier sulle patologie materne e neonatali sostenendo la necessità di approfondimenti e subito dopo il presidente dice che va tutto bene.” concludono i due consiglieri.
Sulla Miteni l‟azienda di Trissino ritenuta la principale responsabile della contaminazione, allontana ogni ipotesi di chiusura o allontanamento ma manca di ricordare che comunque questo sito continua a produrre perfluoro-alchilici di catena corta i quali difficilmente vengono trattenuti dai filtri a carbone attivo che sono stati applicati per depurare l’acqua di scarico.
Arriverà il giorno in cui Zaia la smetterà di barcamenarsi mettendosi fino in fondo a difesa dei cittadini?”. Guarda e Zanoni ci vanno giù duri contro il governatore del Veneto, che aggiungono “La Giunta regionale è rimasta troppo a lungo ferma al palo”. Greenpeace commenta in suo comunicato, “nonostante l’inquinamento da composti PFC, in cui si inserisce il PFAS, sia noto da tempo e i principali responsabili siano stati già individuati dagli enti preposti, di procedimenti legali come quelli in corso negli Stati Uniti in cui l’azienda chimica americana DuPont è coinvolta, per l’inquinamento prodotto dall’impianto in West Virginia non c’è traccia”. Eppure anche in Veneto cominciano ad emergere gli stessi gravi effetti sulla salute della popolazione”. Intanto è partita l’inchiesta della magistratura veneta con le denunce per le sostanze perfluoroalchiliche immesse nelle falde idriche tra il vicentino e il veronese, a carico di 9 indagati.
Recentemente a Cologna Veneta in provincia di Verona un gruppo di ambientalisti ha manifestato con un flash-mob nei pressi dello scarico del collettore Arica, sul fiume Fratta Gorzone denunciando “la diffusione delle sostanze perfluoroalchiliche in buona parte del Veneto”.
Lamentano ancora Guarda e Zanoni: ” non esiste alcuna pianificazione per le bonifiche e nessun progetto per la creazione di un nuovo sistema di rete degli acquedotti, in particolare per Lonigo, nonostante i servizi idrici abbiano presentato proposte nel passato. Solo ora, dopo 4 anni di ritardi e dopo che il governo ha stanziato 80 milioni di euro, la Regione tenta di fare regìa”. “Di questa paralisi preoccupano vari aspetti. Oltre a quello della salute dei cittadini, c‟è quello economico. Infatti – aggiungono i consiglieri regionali di centrosinistra – i sistemi di filtraggio che consentono di bere l‟acqua, installati dai servizi idrici, hanno costi non indifferenti: basti pensare alla società „Acque del Chiampo‟ che spende ogni anno 100 mila euro dopo un investimento iniziale di quasi 2 milioni e mezzo di euro per la messa in sicurezza dell‟impianto acquedottistico. Tutti costi che si traducono in rincari delle bollette, con aumenti che rispetto al 2013 potrebbero raggiungere anche l‟8%. Non dovrebbe essere invece la Regione a farsi carico di queste spese, visto che è l’unica azione attivata a tutela dell’acqua?”.
Nel frattempo la prima commissione regionale a Palazzo Ferro Fini, su proposta del M5S, costituirà una Commissione d’inchiesta regionale sul tema dei Pfas, appoggiata trasversalmente da tutti i suoi componenti. Greenpeace ha lanciato l’iniziativa DETOX per proporre interventi opportuni al fine di garantire la salute dei cittadini e la salvaguardia del territorio per le future generazioni con il titolo ” fare a meno dei PFC è possibile”. Iniziativa che verrà presentata a Montecchio Maggiore nel teatro-cinema San Pietro con il titolo “PFAS, IL PUNTO SULLA SITUAZIONE DELL’AREA CONTAMINATA” venerdì 24 febbraio 2017 dalle ore 20:30, organizzata assieme dai genitori di Montecchio e dal gruppo nato dopo la marcia del Pfiori del maggio 2016 in cui hanno partecipato oltre un migliaio di persone