La bufera del 29 ottobre scorso che ha investito le vallate trentine e vicentine ha spazzato via milioni di abeti e pini con una forza devastante paragonabile all’effetto dello spostamento d’aria di un’esplosione. I venti in alcune zone hanno raggiunto i 150 ed i 190 orari, piegando e scagliando in aria interi boschi, come sulle montagne dell’Agordino, in Val Visdende, sull’altopiano di Asiago e in Val di Fiemme.
Si parla di tre milioni di piante divelte, ma forse saranno anche di più. 300 mila solo a Marcesina, sull’altopiano dei Sette Comuni, altrettante a Sappada, ma i dati sono ancora assolutamente parziali Non solo boschi abbandonati a se stessi; molti di questi erano gestiti con criteri moderni per la produzione di legname. Un danno, quindi, non solo ambientale, ma anche economico. Ci vorranno almeno 5 anni, prevedono gli esperti, per esboscare e allestire quest’enorme massa di legname, che ha creato dei pericolosi grovigli, e nel frattempo ci saranno le infestazioni di parassiti, per primi gli scolitidi, che vengono attratti dalla grande massa di legno che deperisce.
E ai mutamenti climatici sempre più estremi si sommano le incurie e gli abbandoni. La montagna perde sempre più popolazione, molte zone sono ormai spopolate e non ci si cura più della manutenzione, escluse le zone più rinomate per il turismo. Spenti i riflettori dei media, il problema della natura violata resta.
Per rendersi conto della gravità del disastro le associazioni ambientaliste e animaliste, dal WWF, a Lega Ambiente, dalla Lipu all’Enpa hanno organizzato una marcia tra i sentieri della Piana di Marcesina nell’Altopiano dei Sette Comuni tra la provincia di Vicenza e quella di Trento. La manifestazione nazionale ‘Un mese dopo la catastrofe’ prevista per SABATO 1 DICEMBRE a partire dalle 12:00 vuole chiedere al Ministro dell’Ambiente Costa e al Governatore Zaia maggiori tutele per gli animali selvatici decimati dall’uragano, lo stop al progetto di legge che da il via libera ai fuoristrada dei cacciatori nei sentieri di alta montagna, un serio ed efficace impegno alla lotta contro i cambiamenti climatici.
“Una mobilitazione doverosa – spiega Andrea Zanoni, vicepresidente della commissione Ambiente a Palazzo Ferro Fini – affinché tutti possano rendersi conto della gravità della situazione, con 15 milioni di alberi caduti. Solo in Veneto la Regione ha stimato in 100.000 gli ettari rasi al suolo, e migliaia di animali morti sotto i tronchi. Condivido assolutamente le ragioni degli organizzatori, tra i quali c’è anche la mia associazione: la fauna selvatica ha già pagato un prezzo durissimo per questo disastro, perciò è sacrosanta la richiesta di vietare la caccia nelle province colpite dall’uragano per l’intera stagione venatoria.
Due settimane – ricorda ancora Zanoni – fa ho scritto una lettera all’Ispra, l’Istituto superiore per la ricerca ambientale, chiedendo un parere tecnico scientifico sia su quanto fatto finora dalla Regione e quali provvedimenti da adottare per il futuro, a partire dallo stop alla caccia nelle provincie delle foreste rase al suolo e alla revisione dei piani di abbattimento per proteggere le specie decimate dagli alberi caduti. Al tempo stesso occorre dire un no deciso al progetto di legge, approvato in Commissione, per l’apertura dei sentieri di montagna ai fuoristrada dei cacciatori e pretendere azioni concrete nella lotta ai cambiamenti climatici, anche se i leghisti sono i primi negazionisti.
I cittadini sono molto sensibili a questi temi e la dimostrazione arriva anche dal successo riscosso dalla petizione online di Change.org ‘Chiusura immediata caccia stagione venatoria 2018/19’ che in pochi giorni ha registrato la bellezza di 105.559 firme indirizzate al ministro all’Ambiente Costa, al governatore Zaia, al ministro all’Agricoltura Centinaio e al premier Conte”.
Il programma di sabato 1 dicembre prevede il raduno alle 12 al parcheggio del Centro Fondo Enego in località Valmaron a Enego (VI), quindi un corteo a piedi, circa quattro chilometri attraverso gli alberi abbattuti della foresta di Marcesina, in direzione del Rifugio della Marcesina dove sono previsti gli interventi e, a seguire per chi vorrà il pranzo. La manifestazione è organizzata da Iams- Impegno e Azione per un mondo sostenibile, da Enpa-Ente nazionale protezione animali, Lac-Lega per l’abolizione della caccia, Lav-Lega anti vivisezione, Lidaa-Lega italiana difesa animali e ambiente, Oipa-Organizzazione internazionale protezione animali, Mountain Wilderness, Lndc- Lega nazionale per la difesa del cane, Lipu-Lega italiana protezione uccelli, Wwf-World Wildlife Fund, Ecoistituto del Veneto Alex Langer, Coordinamento protezionista Veneto e Legambiente.
Alla manifestazione sarà presente l’Intergruppo del Consiglio regionale per la tutela e difesa degli animali e della natura con lo stesso Andrea Zanoni, che ne è presidente, Cristina Guarda e Patrizia Bartelle.