Il cyberbullismo è un diffuso disagio giovanile vissuto dalle famiglie in modo contraddittorio, spesso incapaci di gestire il problema.
Il club femminile Soroptimist di Vicenza ha affrontato il problema in un recente convegno promosso a Vicenza presso la Biblioteca La Vigna martedì 20 febbraio 2018. Relatori la prof.ssa Paola Zocca , docente di Laboratorio Tecnologie Informatiche all’Istituto Rossi e il dott. Roberto Minervini, sostituto commissario della Polizia di Stato, esperto di problematiche legate alle violenze sui minori. Secondo una recente ricerca del 2017 in occasione del “Safer Internet Day” oltre la metà di chi naviga sul web ha incontrato di persona l’autore della minaccia online, ma la percentuale sale ancora tra i più giovani. Il 62% degli intervistati ha dichiarato di non sapere dove trovare aiuto quando si imbatte in un rischio online. E anche se i giovani sembrano più pronti a reagire il 48% di loro ha detto di sapere a chi rivolgersi, vittime della paura di restare ancora più isolati. E anche il video che abbiamo pubblicato, in occasione del convegno vicentino, ribadisce che sono spesso le stesse vittime di abusi informatici ad avere difficoltà a confidarsi per paura di ulteriori ritorsioni da parte del bullo. Secondo i dati raccolti dalla ricerca Microsoft Digital Civility Index, che analizza le attitudini e le percezioni sia degli adolescenti (13-17), sia degli adulti (18-74), in quattordici Paesi attraverso vari incontri, tenuti con milioni di studenti in tutta Italia, “circa 2 ragazzi su 3 dichiarano di aver avuto esperienza diretta o indiretta di fenomeni di cyberbullismo.
Solo nel 2016 le denunce per reati che rientrano nella macro categoria del cyberbullismo 31 delle quali avevano come autori del reato minori. Infatti anche il bullo può essere a sua volta vittima dello stesso sopruso macrospopico che ha innescato. Un dileggio, un offesa o un ricatto sessuale fatto solo per il gusto di giocare o per pretendere un’autorità di branco, garantito dall’anonimato informatico, viene percepito come un semplice scherzo, ma che in realtà diventa devastante fino alle estreme conseguenze per le vittime incolpevoli. Ora una legge contro il cyberbullismo esiste e ha l’obiettivo principale di prevenire il fenomeno, aiutando i ragazzi a servirsi di Internet e dei social network in maniera consapevole e sicura, promuovendo di conseguenza una più forte cultura del rispetto della privacy e della protezione dei propri dati personali. La Polizia di Stato, da tempo ha attivato una sezione di indagine apposita nelle questure provinciali, e invita tutti, anche i genitori, a denunciare le attività illecite reprimendo da un lato l’atto criminale, ma cercando anche di fare prevenzione attiva con colloqui personali, affinchè prevalga la consapevolezza che anche un innocuo gioco può diventare un dramma micidiale.