• Home
  • Chi Siamo
    • Coordinate
    • Presentazione
    • Mission
    • Etica e diritti
    • Lo Statuto
    • Soci
  • Canali
    • Le Perle di Giovanna
    • Armonia e Salute
    • Villaggio Musicale
    • Teatro e Parole
    • Gusto
    • Sport
    • Territorio
    • Archivio
      • Videoinchieste
        • In tre righe
        • Cultura
        • Sport
        • Tecnologie
        • Garage
        • Di Gusto
  • Primo Piano
  • Il Portfolio
    • I nostri servizi
    • Video dimostrativi
    • Collaborazioni
    • Pubblicità
  • Collabora
    • Comunica con noi
    • Collabora con noi
    • Segnala e invia eventi
    • Carica e invia video

Marano vicentino, tornano i bicchieri di metallo per combattere la plastica “usa e getta”

facebook
twitter
vimeo
email
06 Dic 2019
Puntualizziamo
ambiente, buone pratiche, cichieri in metallo, danni, gem, marano vicentino, plastica

Il problema della plastica è inderogabile: questi materiali che hanno diverse strutture molecolari coese hanno una vita media calcolata in almeno 450 anni, un’età così lunga di decomposizione che con il ritmo di consumo mondiale stanno progressivamente avvelenando il pianeta.

Senza entrare nella profondità della storia dei polimeri che parte addirittura nel 19° secolo con l’invenzione  del primo materiale plastico semisintetico, che l’inglese Alexander Parkes, sviluppando gli studi sul nitrato di cellulosa battezza Parkesine (più nota poi come Xylonite) si deve ad Alessandro Natta l’invenzione nel 1954 del Polipropilene isotattico, a coronamento degli studi sui catalizzatori di polimerizzazione dell’etilene che gli varranno nel 1963 il Premio Nobel insieme al Tedesco Karl Ziegler, che l’anno precedente aveva isolato il polietilene.

Si apre così un mondo di nuovi prodotti tecnicamente leggeri ed indistruttibili e duttili dal punto di vista del design, ma che hanno portato in pochi decenni ad invadere letteralmente il mondo di rifiuti difficili da smaltire e trattare.

In 40 anni c’è stato un aumento del 20.000% passata dai due milioni di tonnellate del 1955 ai quasi 400 del 2015. Ancora più curioso notare che nel 1963 la cifra era di circa 18 milioni. La crescita esponenziale ci fu a partire dagli anni 80. Milioni di tonnellate di cui parliamo (i dati sono riportati in un’inchiesta del Guardian alla fine del 2018) stanno sommergendo le terre che abitiamo e, forse ancora più grave, stanno stravolgendo fiumi, laghi e mari, con conseguenze catastrofiche sui relativi ecosistemi.

La plastica, in tutte le sue derivazioni sia chimiche che fisiche è sicuramente insostituibile per tutte le innovazioni che ci consente di sperimentare e rendere più confortevole la nostra vita, ma non possiamo più pensare che si possa abusarne con utilizzi sconsiderati come i packaging, le stoviglie usa e getta, i contenitori di liquidi e altri materiali che una volta terminano la loro breve vita di oggetto utile diventa solo uno scarto che si deve gettare da qualche parte, o in discariche, o negli inceneritori o semplicemente ovunque come si osserva girando a piedi per le strade.

I mari sono ormai diventati la pattumiera di questi oggetti che uccidono la fauna marina -vedi balene morte per ingestione di quintali di plastiche, tartarughe soffocate da sacchetti, pesci impigliati tra l’immondizia-.

Questi prodotti infine riducendosi a pezzettini nell’arco di decenni entrano nel nostro ciclo alimentare attraverso le carni dei bovini e delle specie ittiche portando anche noi verso un lento avvelenamento.

Si sta parlando di nuovi prodotti plastici eco-sostenibili come tutte quelle bio-compostabili, ma prima che arrivino ad essere prodotti di largo consumo ancora la strada è tanta. La prima svolta comunque è avvenuta con l’introduzione dei sacchheetti bio compostabili quando però la politica ha messo al bando quelli di plastica dura.

Non possiamo più attendere: servono azioni concrete. Stiamo parlando finalmente di riduzione e di riciclo – la cosidetta economia circolare-  con leggi che danno ai rifiuti il valore di materie prime secondarie. La strada da fare per arrivare al completo ciclo di ritrasformazione dei materiali plastici rimane ancora lunga: servono integrazioni normative che si adattano alle nuove tecnologie industriali e una politica più attenta al progresso innovativo sommata a una educazione degli stili di vita più sostenibili.

Forse in Italia parlare di tassare la plastica è ancora un tabù. A Palazzo Chigi si sta discutendo l’introduzione della Plastic Tax, osteggiata dall’ostruzionismo di Italia Viva che adduce una penalizzazione delle industrie portando un depauperamento delle forze lavoro. Altre forze politiche invece difendono il provvedimento affermando che si avvantaggiano solo le multinazionali che hanno sede in altri Stati.

E’ l’ipocrisia della politica italiana: si dice di voler salvare il mondo e si applaude alle iniziative Plastic Zero Waste, ma poi nei fatti si lascia tutto com’è nel modo gattopardesco di ragionare per interessi e non per il bene comune.

Rimane perciò attuare le buone pratiche dei cittadini e delle comunità che si muovono per ridurre la plastica “usa e getta.

Lo fanno le scuole come il liceo Quadri di Vicenza che ha abolito tutta la plastica in istituto sostituendo i contenitori polimerici con borracce in metallo e bicchierini in carta, lo fa anche il gruppo Escursionisti di Marano vicentino GEM che si è dotato di bicchieri di metallo per le loro passeggiate ecologiche,  diventando ufficialmente un’associazione “plastic free”.

Questa l’idea presentata dal presidente, Roberto Ferrari, e dal consiglio di presidenza dell’associazione, all’assessore all’Ambiente del Comune di Marano, Alessandra Cavedon: sostituire i bicchieri, le bottiglie e gli utensili usa e getta usati nei momenti di convivialità alla fine delle escursioni e in sede con materiali durevoli come l’acciaio e il vetro.

In particolare, per eliminare lo spreco di tanti bicchieri monouso durante le escursioni in montagna, il GEM ha già messo a disposizione dei soci dei bicchieri in acciaio inossidabile, personalizzati con lo stemma dell’associazione e il logo comunale. Un’iniziativa che è anche di sensibilizzazione alla sostenibilità ambientale, per diffondere sempre più una cultura “zero waste” e di cura del Pianeta che abitiamo. 
“Il GEM è la prima associazione maranese fortemente impegnata nella riduzione dei rifiuti a titolo volontario – sottolinea l’assessore Cavedon -. Un’iniziativa lodevole che sposa in pieno i temi cari all’amministrazione della tutela e sensibilizzazione ambientale. Per affrontare il problema dell’inquinamento e della riduzione dei rifiuti c’è bisogno del contributo di tutti: siamo convinti che tante azioni quotidiane, anche piccole, possano aiutare a modificare poco a poco le cattive abitudini, e il virtuoso percorso ‘plastic free’ del GEM – associazione da sempre attenta alle tematiche ambientali – va proprio in questa direzione”.

Condividi

  • google-share

Lascia un commento Annulla risposta

*
*

Ultimi Video Pubblicati

Tag

2016 2017 ambiente andrea zanoni arte arzignano beneficenza benessere civico concerto conferenza convegno cristina guarda cultura disegno Dueville festa festival fumetti Gianni Padrin incontro intervista jazz letteratura lonigo manifestazione marano vicentino matite vicentine montecchio precalcino mostra musica parco presentazione puntualizziamo puntualizziamo webtv salute schio scienza societa' storia teatro territorio valdagno veneto vicenza

Archivi

  • Gennaio 2020
  • Dicembre 2019
  • Novembre 2019
  • Ottobre 2019
  • Settembre 2019
  • Luglio 2019
  • Giugno 2019
  • Maggio 2019
  • Aprile 2019
  • Marzo 2019
  • Dicembre 2018
  • Novembre 2018
  • Ottobre 2018
  • Settembre 2018
  • Agosto 2018
  • Giugno 2018
  • Maggio 2018
  • Aprile 2018
  • Marzo 2018
  • Febbraio 2018
  • Gennaio 2018
  • Dicembre 2017
  • Novembre 2017
  • Ottobre 2017
  • Luglio 2017
  • Giugno 2017
  • Maggio 2017
  • Aprile 2017
  • Marzo 2017
  • Febbraio 2017
  • Gennaio 2017
  • Dicembre 2016
  • Novembre 2016
  • Ottobre 2016
  • Settembre 2016
  • Agosto 2016
  • Luglio 2016
  • Giugno 2016
  • Maggio 2016
  • Aprile 2016
  • Marzo 2016
  • Febbraio 2016
  • Gennaio 2016
  • Dicembre 2015
  • Novembre 2015
  • Ottobre 2015
  • Settembre 2015
  • Agosto 2015
  • Luglio 2015
  • Maggio 2015
  • Aprile 2015
  • Marzo 2015
  • Febbraio 2015
  • Gennaio 2015
  • Dicembre 2014
  • Novembre 2014
  • Ottobre 2014
  • Settembre 2014
  • Luglio 2014
  • Giugno 2014
  • Aprile 2014
  • Marzo 2014
  • Febbraio 2014
  • Gennaio 2014
  • Settembre 2012
  • Agosto 2012
  • Giugno 2012
  • Maggio 2012
  • Aprile 2012
  • Marzo 2012
  • Febbraio 2012
  • Gennaio 2012
  • Dicembre 2011
  • Novembre 2011
  • Ottobre 2011
  • Settembre 2011
  • Agosto 2011
  • Luglio 2011
  • Giugno 2011
  • Maggio 2011
  • Aprile 2011
  • Marzo 2011
  • Febbraio 2011
  • Gennaio 2011
  • Dicembre 2010
  • Novembre 2010
  • Ottobre 2010
  • Settembre 2010
  • Agosto 2010
  • Luglio 2010
  • Giugno 2010
  • Maggio 2010
  • Aprile 2010
  • Marzo 2010
  • Febbraio 2010
  • Gennaio 2010

Creative Commons

Logo creative CommonsCreative Commons (CC) è un'organizzazione non profit dedicata all'espansione della portata delle opere di creatività offerte alla condivisione e all'utilizzo pubblici. Essa intende altresì rendere possibile, com'è sempre avvenuto prima di un sostanziale abuso della legge sul copyright, il ricorso creativo a opere di ingegno altrui nel pieno rispetto delle leggi esistenti.

Femi

logo femistaticoq

Altratv

altratv

Quaglia di Levà

 IMG_2404www.spiedoquaglialeva.it

Motoroggi

logo-sito-motori-oggiwww.motorioggi.it

Seguici su Facebook

Associazione culturale di promozione sociale Puntualizziamo web tv C.F. 95119140242